La prova del nuovissimo BERETTA 690 FIELD III
Posted on September 20, 2014 in Shotguns and rifles
Alla gamma molto articolata di sovrapposti Beretta forse non mancava nulla, ma il produttore gardonese ha sentito il bisogno di un'arma “cerniera” tra l'entry level Silver Pigeon I e i modelli intermedi. Finora, questo segmento è stato presidiato dal Perennia, fucile di indiscutibile qualità ma un po' troppo fuori dagli schemi della tradizione dell'azienda. Mancava quindi un fucile economicamente accessibile a chi fosse disposto a investire in qualità ma senza l'intenzione di svenarsi per soddisfare il proprio desiderio di appagamento sociale ed estetico. Insomma, senza nulla togliere al Silver Pigeon I e al Perennia, mancava un sovrapposto classico nell'impostazione, bello e ben rifinito ad un prezzo che non fosse eccessivamente elevato. Evidenziata questa esigenza, si è costituito un team che ha investito oltre 3.000 ore nella progettazione di una nuova arma e, dopo aver sparato più di 50.000 colpi, ha definito il design del Beretta 690 Field III.
La presentazione statica dell'arma è stata seguita da una prova sul percorso caccia al campo di tiro a volo di Laterina, in provincia di Arezzo. Qui, nella simulazione dei vari tipi di impiego venatorio su un totale di 50 piattelli, il sovrapposto 690 ha potuto mettere in evidenza le sue caratteristiche. L'arma si brandeggia in maniera istintiva, fornisce un rinculo molto contenuto in relazione al munizionamento impiegato ed è superba là dove si richieda di doppiare il colpo. Mi ha colpito, in particolare, la facilità a infrangere i piattelli più istintivi, come quelli che simulano l'irrompere del cinghiale dal bosco, e quelli più lontani, spesso colpiti di seconda canna, che ricordavano il volo del fagiano cacciato all'inglese.
L'articolo della prova è disponibile su Armi Magazine di settembre 2014
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