Quando l'arma diventa arte. Le Ladies Weapons di Antonio Riello
Posted on December 23, 2014 in Recensioni
Antonio Riello, Valerie 1
Cultore dell’ambiguità, cui riconosce valore artistico, Riello si pone di fronte alle armi come un osservatore distaccato, dimenticando il pre-giudizio prevalente della società contemporanea su questo tema. Come ha avuto modo di dichiarare in passato, il suo approccio al tema armi è quello dell’artista, un artista che si diverte a iniettare interferenze entro sistemi codificati; quindi l’arma, sia un fucile d’assalto AK 47, una mitraglietta UZI, una semiautomatica Beretta 92, un lanciagranate o una bomba a mano, perde o, meglio, tradisce il suo connotato abituale per divenire opera d’arte. “Le armi sono il fulcro della mia ricerca artistica attuale. Ogni artista ha le sue ossessioni; Morandi (faccio solo un esempio e non un paragone...) aveva fatto delle nature morte con vasi e bottiglie la sua cifra per leggere ed interpretare il mondo; io utilizzo le armi allo stesso modo. Mi spiego: il mio lavoro è una riflessione (ovviamente all'interno delle logiche e delle modalità dell'arte contemporanea) che si serve di fucili, pistole, bombe e quant’altro per vedere, e far vedere, la realtà da un punto di vista inedito”.
Antonio Riello, Burano Kalashnikov Retired Revolution
Che tipo di armi impiega per la sua ricerca artistica?
Normalmente utilizzo repliche inerti per collezionisti molto ben fatte e talvolta (quando esistono delle riproduzioni di qualità - ahimè raramente) dei "softgun". Mi servo direttamente dalle aziende (se sono prodotti italiani) o dagli importatori. Le bombe a mano - ovviamente inerti - vengono da surplus militari di vari eserciti. In occasione di una mostra a New York ho usato armi da guerra "vere" (degli M 16 A1 resi opportunamente inerti dalla temporanea sostituzione dell'otturatore).
Antonio Riello, Culturalwar 1
Che tipo di interventi attua alle armi che trasforma?
L'arma viene accuratamente smontata e, seguendo uno schema precedentemente studiato per quella specifica opera, provvedo a rivestire le impugnature e i calci con diversi materiali e a finire con appositi colori o (più spesso) trattamenti galvanici le parti metalliche. Nella fase finale procedo alla "decorazione" vera e propria tramite perle e cristalli Swarovski. In alcuni casi realizzo vere e proprie modifiche strutturali che alterano la forma dell'arma. Non è il caso di certi modelli che, al di là dell'ovvio valore simbolico ed evocativo, sono formalmente più interessanti di altri; penso al FN-FAL (una delle forme più eleganti in assoluto del mondo delle armi da fuoco), all' M 16 (che è ancora oggi un oggetto che riesce a trasmettere il senso del "futuribile", malgrado la sua ormai vetusta età), all'AK 47 di nobile rusticità o alla geometria implacabile di una Luger P 08.
Antonio Riello, AK47 in ceramica
Corrisponde a verità la notizia secondo cui le sarebbe stata proposta una collaborazione come “gun designer”?
La notizia è vera. Posso solo dire, per ragioni di riservatezza, che l’azienda in questione è americana. Non sono nè un "gun-designer" nè un "gun-stylist" ma un artista e voglio continuare a fare il mio lavoro a tempo pieno. Ho rifiutato l’offerta perché le mie logiche sono spiccatamente artistiche e non aziendali. Insomma... intendo conservare la mia libertà creativa.
Il sito web di Antonio Riello
Antonio Riello, MPK musulmano
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